Dopo un Inverno anomalo, con temperature tutt’altro che fredde e una siccità imperante, un avvio di Primavera piuttosto dinamico e temporalesco, che Estate dobbiamo aspettarci?
Sarà veramente la più calda di sempre, come ipotizzato dalle prime emissioni modellistiche stagionali nelle scorse settimane?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo affidarci alle cosiddette proiezioni climatiche sul lungo periodo: un tentativo di predire, con molto anticipo, l’andamento meteo a grandi linee su vaste scale areali. Un metodo per effettuare le previsioni stagionali consiste nel valutare una serie di indici (solari, atmosferici, oceanici e altro) e le possibili teleconnessioni (“se in questa parte del pianeta succede così, allora statisticamente dopo po’ di tempo in quell’altra parte del pianeta succederà cosà…”). Un tempo decisamente poco affidabili e mero oggetto di studio e di interesse per curiosi e appassionati, le tendenze stagionali sono oggi diventate un valido strumento di prognosi scientifica, con decisivi contributi nella valutazione climatica a più lunga scadenza. In Europa leader del settore è il Centro Europeo per la Previsione Meteorologica a Medio termine, ECMWF, di Reading (UK).
Ebbene le prime anticipazioni stagionali confermano i timori degli esperti: infatti, sulla base degli ultimi aggiornamenti la prossima stagione sarà contraddistinta da temperature diffusamente oltre la media tra +1,5°C e +2°C già in avvio di Giugno su buona parte Europa, Italia compresa. Analizzando la mappa sottostante salta all’occhio l’anomalia termica su praticamente tutta l’Europa meridionale, in particolare sul bacino del Mediterraneo a causa probabilmente di una maggior ingerenza del famigerato anticiclone africano. Fino a pochi anni fa a dettar legge sul Vecchio Continente era la più mite alta pressione delle Azzorre (di origine oceanica). Ultimamente, invece, stiamo assistendo ad una sempre maggior ingerenza di masse d’aria provenienti dal Nord Africa, le responsabili delle ondate di caldo più forti e persistenti anche sul nostro Paese.
E’ questa dunque una prima preoccupazione per l’inizio dell’Estate, peraltro in linea con gli ultimi anni, durante i quali il problema del cambiamento climatico si sta facendo sempre più evidente e pressante, anche sull’Italia. Studi recenti confermano che tra gli effetti del clima che cambia troviamo anche un aumento nella frequenza delle ondate di calore. A rendere ancor più insopportabile il caldo sono gli alti tassi di umidità (l’afa) ed il motivo è tutto geografico:infatti, le masse d’aria calda in arrivo dal continente africano si arricchiscono di umidità transitando sui nostri mari e questo inciderà sui tassi di umidità, provocando un maggior disagio a livello fisico.
Il secondo aspetto da tener monitorato, specie dopo gli ultimi mesi a dir poco siccitosi su buona parte delle regioni, riguarda le precipitazioni. La proiezione per i prossimi mesi sembrerebbe inasprire il problema legato alla scarsità d’acquacon un deficit pluviometrico in particolare sulle regioni del Nord a causa del persistere di un campo di alta pressione con il conseguente rischio di siccità, come abbiamo già avuto modo di sperimentare negli ultimi mesi. Una situazione del genere potrebbe mettere a rischio non solo le coltivazioni, ma anche l’approvvigionamento idrico per industrie e usi comuni (case).La mancanza di acqua inoltre influisce direttamente sulla produzione di energia nelle centrali idroelettriche; questo rischia di diventare un problema molto rilevante vista anche l’incertezza energetica a causa della guerra tra Ucraina e Russia e le possibili mancate forniture di gas naturale.
Ebbene, dando uno sguardo alle proiezioni sul lunghissimo periodo, pare proprio che dovremo fare i conti con valori termici molto elevati e sopra la media anche per i prossimi Luglio e Agosto.
Di questo, comunque, avremo modo di riparlare approfonditamente nelle prossime settimane. /meteo.it/